Tutti coloro che stanno morendo per le guerre, a tutte le latitudini, sono uomini e donne come me e te. Tutti coloro che scappano dalla fame, dalla sete, dalla miseria, dagli stravolgimenti climatici, dall’assenza di un futuro e si trovano a consumare il loro corpo in stenti inauditi su una barca, un vagone, un camion, in una tendopoli o tra le macerie dell loro case sono uomini e donne esattamente come me e te.
Hanno la stessa perfezione dei neuroni, quelle minuscole cellule che costituiscono il nostro sistema nervoso e ci permettono di pensare, ricordare, provare emozioni e persino sognare. Il cervello contiene circa 86 miliardi di neuroni, una cifra impressionante che si avvicina al numero stimato di stelle nella Via Lattea, tra 100 e 400 miliardi. Questo paragone rende bene l’idea di quanto sia complessa e straordinaria la nostra mente, un piccolo, unico e originale universo fatto di connessioni e segnali elettrici. I neuroni, infatti, creano una rete incredibilmente complessa di connessioni che sta alla base della nostra coscienza e della nostra capacità di percepire il mondo.
Ma i neuroni da soli non bastano; hanno bisogno di una rete di “strade” attraverso cui far viaggiare le informazioni. I nervi portano i messaggi dal cervello al resto del corpo, permettendo a ogni singola parte di collaborare nel movimento e nella sensibilità. Quando tocchiamo qualcosa di caldo, il segnale viaggia in una frazione di secondo dai nervi della pelle fino al cervello, che ci dice di allontanare la mano: una reazione istantanea che ci protegge dai pericoli.
E poi gli ormoni… queste minuscole sostanze chimiche fluiscono nel nostro sangue e regolano la crescita, il metabolismo, le emozioni e il sonno. Grazie agli ormoni, il nostro corpo sa quando deve crescere, quando deve riposare e come adattarsi alle situazioni stressanti. È un sistema di comunicazione nascosto, silenzioso, fondamentale.
Il corpo contiene circa 100.000 chilometri di vasi sanguigni. Se si potessero allineare tutti questi vasi, farebbero quasi due volte e mezzo il giro della Terra. Il cuore pompa il sangue attraverso arterie e vene, portando ossigeno e sostanze nutritive a ogni cellula e raccogliendo i rifiuti per smaltirli. È un sistema perfetto e inarrestabile, che si adatta e risponde ai nostri bisogni in ogni momento della nostra vita, dalla quiete del sonno all’attività intensa di una corsa.
Siamo un insieme armonioso di sistemi che collaborano tra loro in una danza complessa e sincronizzata. Ogni piccolo dettaglio, ogni impulso elettrico, ogni goccia di sangue che scorre attraverso i vasi, ogni molecola di ormone che ci guida, rappresenta una meraviglia. Pensare a quanto tutto ciò avvenga senza che dobbiamo nemmeno pensarci ci lascia senza fiato. La bellezza e l’intelligenza con cui il corpo umano è fatto ci spingono a provare gratitudine e meraviglia. Di fronte a tanta perfezione, non possiamo che commuoverci, riconoscendo la straordinarietà di ciò che siamo. Pensate ora all’assurda, ottusa e invidiosa stupidità di una bomba, incapace di tutto se non di distruggere.
Ma la cosa più assurdamente bella di questo nostra materialità meravigliosa è che gli esseri umani sono interconnessi tra di loro attraverso una classe particolare di neuroni: i neuroni specchio. Questi ci permettono di comprendere i movimenti e le emozioni degli altri, di immedesimarci nei loro stati d’animo e di provare empatia. Grazie ai neuroni specchio, riusciamo a percepire il dolore, la gioia, la paura e la speranza che vediamo negli altri, come se fossero nostre.
Prima di Internet, prima di ogni tecnologia, i neuroni specchio hanno costruito comunità e società, ci hanno permesso di collaborare, di aiutare, di imparare l’uno dall’altro e di evolvere. Sono alla base del nostro essere “sociali”, capaci di condividere e capire le esperienze altrui, oltre i confini della lingua, della cultura o della distanza geografica.
Eppure, nonostante questa vertiginosa perfezione che abitiamo, l’uomo continua a farsi artefice di guerra. Di tutte le guerre. Non esistono guerre pure, guerre necessarie, guerre “difensive” quando, al fondo, ogni guerra non è altro che desiderio di conquista, sopraffazione, annientamento. È sempre conquista di potere, di risorse, di territori, di illusioni.
Ogni guerra è un tradimento della meraviglia biologica che ci costituisce. Ogni colpo d’arma non abbatte solo un corpo, ma cancella in un attimo miliardi di connessioni neuronali uniche, pensieri mai più pensati, sogni mai più sognati, amori mai più vissuti. Ogni esplosione dilania non solo la carne, ma spegne la complessa orchestra silenziosa di cellule, impulsi, ormoni, sangue, vita.
Ecco la vera oscenità della guerra: la sua totale incapacità di creare, il suo esclusivo talento a distruggere. Mentre il nostro corpo lavora incessantemente per la vita — ripara, rigenera, adatta, protegge, evolve — la guerra si ostina a spezzare, mutilare, annientare, senza rimedio.
Ogni essere umano, ovunque nato, porta in sé lo stesso fragile miracolo. Quando una vita si spegne per la violenza di una guerra, perdiamo tutti. Perdiamo un universo che non potrà mai più replicarsi. La guerra non ha eroi: ha solo vittime. E chi la fomenta ne porta il peso morale, eterno.
La connessione profonda che ci lega dovrebbe farci sentire parte di un‘unica grande Famiglia, e ogni perdita è una ferita che colpisce tutti. La morte lacerante di un essere umano in qualsiasi parte del pianeta dovrebbe essere un lutto profondo per ciascuno di noi. Questa morte non biologica è banale, il nostro corpo è la più sublime, immensa, complessa e in parte ancora inesplorata Meraviglia.
Condanna, senza esitazione e senza attenuanti, a tutte le guerre. Perché è la più atroce bestemmia contro l’intelligenza che abbiamo, il più vile affronto alla nostra comune, preziosa Umanità.





















