Le Tecniche di riconoscimento topografico attraverso la Palpazione consentono di ricostruire sul vivente il complesso delle relazioni morfologiche tra macrostrutture dell’Apparato locomotore (ossa, muscoli, articolazioni, legamenti) vasi arteriosi, venosi e nervi.
Tali Tecniche sono fondamentali per tutte le figure Sanitarie, a maggior ragione quando la loro efficacia venga dimostrata e integrata con semplici riscontri ecografici.
Per Medici, Infermieri, Fisioterapisti, Chinesiologi, Osteopati l’Anatomia Palpatoria è intrinsecamente connessa a tutta la Semeiotica Manuale e Strumentale, costituendone la base fondante. A ciò si aggiunga il valore della profonda analogia di tali manovre con quelle che misurano il ROM (range of motion) articolare e la Forza Muscolare. Per questo la loro conoscenza con la teoria ma soprattutto attraverso la pratica, è essenziale guida all’atto dell’Anamnesi e della Valutazione Funzionale.
La Dissezione Anatomica si basa sulla separazione dei diversi piani e la visualizzazione dei rapporti tridimensionali tra le singole strutture, studiate con criterio prevalentemente topografico, clinico e chirurgico.
Nell’attuale formazione medica si presta talvolta molta più attenzione alle analisi passive, all’acquisizione impersonale dei dati, alla diagnostica e alle terapie, piuttosto che al contatto diretto con il corpo. La dissezione può essere vista come parte dell’essenziale arte medica del “toccare” o meglio ancora, come un’azione medica di studio e ricerca organizzata in gruppo, piena di emozione e meraviglia.
Le strategie della dissezione sono sempre pianificate; le azioni, che si svolgono passo dopo passo al tavolo settorio, vengono esplicitate e discusse in anticipo e, in ultimo, l’Anatomia viene ricostruita anche dopo la dissezione. Il materiale cadaverico (morbido e malleabile) utilizzato nel corso della dissezione, viene smembrato e scomposto con massimo rispetto e cura, in modo tale da poter essere, alla fine, ricomposto. È estremamente istruttivo e utile, infatti, il cercare di ricostruire i preparati sezionati di visceri e di organi nelle loro posizioni originarie.
Durante le mie esperienze al tavolo cerco sempre di incrociare ed esplicitare ai discenti concetti di Anatomia palpatoria, topografica e sistematica con quanto il preparato “autonomamente” descrive.
Molto spesso, poi, ci si imbatte in varianti anatomiche; tale esperienza è di grande valore per l’operatività nelle discipline chirurgiche, unitamente alla dimostrazione delle principali vie di accesso alle singole strutture e agli organi.
Le più moderne tecniche di imaging e le sofisticate metodiche operatorie illustrano con precisione e perizia tanti aspetti dell’Anatomia, ma non possono sostituire l’esperienza diretta sul cadavere, pratica antica ma fondamentale anche oggi nella formazione di studenti, specializzandi, specialisti.
Di foto e filmati realizzati durante le esercitazioni settorie si arricchisce il portale ANATOMIA PER TUTTI.
L’unica esperienza in Italia di Dissezione “hands on” per gli Studenti di Medicina e Chirurgia, Infermieristica, Fisioterapia, Scienze Motorie, Professioni Sanitarie.
Un giorno di Anatomia dal vero, topografica, chirurgica e settoria. Per conoscere le date dei nuovi corsi in programma cerca sulla pagina ICLO la locandine con la Gioconda …
Cos’è il MedLab? Il Corso di dissezione anatomica per Studenti di Medicina e Infermieristica di tutta Italia… e non solo.
Ne esistono di 3 tipi: tronco, arti e testa.
Dove si svolge? All’ICLO di Verona.
Posso andare e tornare in giornata? Sì, il corso dura più o meno dalle 9 alle 18. L’ICLO dista 10 minuti di taxi dalla stazione e con i trasporti si può organizzare tutto in un giorno.
Posso farlo anche se non ho ancora dato l’esame di Anatomia? Sì, puoi farlo in qualsiasi momento del tuo percorso. Consiglio questa esperienza a chi abbia almeno iniziato a studiare Anatomia.
Quanto costa? Anatomy Lab Arti, come Anatomy Lab Torace, costano poco più di 200€. Anatomy Lab Testa 300€.
Posso solo guardare? Assolutamente no! Puoi e devi toccare e dissecare, guidato, con le tue mani, per comprendere a pieno tutti gli organi e apparati nella loro forma, consistenza e rapporti.
E se non sono preparato? Faccio una brutta figura? Assolutamente no. Non è una interrogazione e nessuno fa domande per valutare la tua preparazione.
Cosa devo portare? La voglia di imparare e la curiosità. In loco ti verrà fornita la tuta, gli zoccoli ,il materiale monouso per la dissezione (guanti, camici, cuffia, mascherina), il pranzo e un attestato di partecipazione, alla fine.
E se sono da solo? Puoi partecipare comunque! È un’esperienza bellissima ed associativa, un ottimo modo di fare amicizia con i colleghi.
Con la morte finisce tutto. Il corpo smette di produrre energia e si spegne.
Il talamo, al centro dell’encefalo, costantemente raggiunto da tutte le stimolazioni sensoriali e dai feedback motori, fin tanto che è acceso ci dà la sensazione costante dell’hic et nunc, del nostro lunghissimo presente, della vita, insomma.
Quando il talamo si spegne l’anima immanente si dissolve, come i bagliori delle parole sullo schermo di un computer a cui si scarica la batteria.
Dopo la morte, il nulla. Si può avere paura …del nulla ?
La promessa di paradisi illude di un tempo eterno, nel quale continuare a procrastinare l’inizio del nostro diventare Uomini. Uomini lo si è da vivi, non da morti.
Il corpo, con la morte, ha valore solo se è donato (in parte) per la sopravvivenza di un nostro simile, (in toto) per lo studio di chi su di esso possa fare pratica ed esperienzaper meglio giovare ad altri corpi ammalati.
Dalla morte nessuno è tornato, se non in mitologici e indimostrabili racconti. La promessa del dopo è stata costruita ad arte da chi, approfittando della nostra più intima paura, ha diviso gli Uomini e per sé ha accumulato, nei secoli, privilegi e ricchezze. Chi dice di essersi risvegliato dalla morte e ha raccontato di tunnel e luci, di ricordi tumultuosamente rievocati, riferisce in realtà di un sistema di correnti e di memorie che vanno in tilt per poi riprendersi, inspiegabilmente (o forse per il motivo dell’attaccamento pervicace di ogni singola cellula alla vita).
La nostra data di scadenza è scritta nel segreto della lunghezza dei telomeri, quelle parti estreme del filamento di DNA che ad ogni replicazione si accorciano un po’, fino a scomparire; questo impedisce ulteriori duplicazioni, decretando prima lo scadimento e poi la fine degli organi.
Una volta espletate le funzioni a cui imperiosamente il DNA ci spinge (mangiare e procreare, attivando col cibo e il sesso i circuiti neurologici della intrinseca ricompensa) il nostro destino di Uomini non può che realizzarsi nel farsi rete con gli altri, Prossimo col nostro Prossimo.
Sentire i pensieri e bisogni dell’altro sappiamo farlo perché l’evoluzione del DNA ci ha regalato i mirror neurons, con cui non solo impariamo un gesto vedendolo fare ma anche, nel gesto altrui, riusciamo a riconoscere la componente limbica, emozionale di chi lo fa.
L’Empatia è insita nella nostro essere.. durante la vita abbiamo il dovere di esercitarla e ricavarne Bene, per Noi e per gli Altri.
“Ricordati che devi morire” … “ mo’ me lo segno”… rispondeva al fratone quel grande di Massimo Troisi!
Per comprendere il concetto tensegritàpossiamo pensare a una struttura meccanica costituita da elementi discreti e distinti sottoposti a forze di compressione e da elementi continui sottoposti a sforzi di tensione. Lo sviluppo della teoria della tensegrità si è avuto inizialmente nell’architettura, in seguito nell’arte e poi nella biologia e nella fisiologia, quando si sono prodotte o si sono interpretate strutture che si autosostengono per effetto di uno stato di tensione presente nel sistema (da cui il nome di tensegrity, dalla fusione di tension e integrity). Come descritto da Levin (1982), il corpo rappresenta un involucro in tensione, le cui porzioni contrapposte, sono mantenute tali dalla compressione degli elementi interni, immersi, fluttuanti, in una rete in continua tensione. Il sistema che si viene a creare è, considerando il corpo come un qualcosa di dinamico, un sistema modificabile in maniera molto evidente per quanto riguarda la sua parte elastica (elementi di tensione) e in maniera minima riguardo la componente in compressione (ossa). L’articolo che qui vi propongo mira, tra l’altro, a realizzare un quadro completo del modello tensegrile umano, la cui complessità è analizzata attraverso software capaci di analizzare dettagliatamente i sistemi delle reti.
Della Posta, D.; Branca ,J.J.V.; Guarnieri, G.; Veltro, C.; Pacini, A.; Paternostro, F.
Abstract: Introduction: For many years, anatomical studies have been conducted with a shattered view of the body. Although the study of the different apparatuses provides a systemic view of the human body, the reconstruction of the complex network of anatomical structures is crucial for the understanding of structural and functional integration. Aim: We used network analysis to investigate the connection between the whole-body osteo-myofascial structures of the human musculoskeletal system.
Materials and Methods: The musculoskeletal network was performed using the aNETomy® anatomical network with the implementation of the open-source software Cytoscape for data entry.
Results: The initial graph was applied with a network consisting of 2298 body parts (nodes) and 7294 links, representing the musculoskeletal system. Considering the same weighted and unweighted osteo-myofascial network, a different distribution was obtained, suggesting both a topological organization and functional behavior of the network structure.
Conclusions: Overall, we provide a deeply detailed anatomical network map of the whole-body musculoskeletal system that can be a useful tool for the comprehensive understanding of every single structure within the complex morphological organization, which could be of particular interest in the study of rehabilitation of movement dysfunctions.
La Lectio Magistralis “Anatomia Chirurgica del volto” ha aperto il XXXV Congresso Nazionale della SIDCO, Società Italiana di Dermatologia chirurgica, oncologica, correttiva ed estetica.
L’Anatomia dimostra ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, di essere disciplina transclinica, fondamentale per ogni atto diagnostico e terapeutico.
Al centro della discussione le immagini realizzate durante tante mie dissezioni della regione. Sentitamente ringrazio il Comitato Organizzatore, nelle persone dei Dott.ri Marco Simonacci, Marco Dal Canton, Gian Marco Vezzoni, Marco Sigona, Gerardo Ferrara e tutto il Comitato Scientifico. (nella foto con loro il Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli).
Cadmium (Cd) is a well-known occupational and environmental pollutant worldwide, and its toxicity is widely recognised. Cd is reported to increase the permeability of the blood–brain barrier (BBB) and to penetrate and accumulate in the brain. Although many lines of evidence show that Cd toxicity is induced by different mechanisms, one of the best known is the Cd-dependent production of reactive oxygen species (ROS). Zinc is a trace element known as coenzyme and cofactor for many antioxidant proteins, such as metallothioneins and superoxide dismutase enzymes. To date, very little is known about the role of Zn in preventing Cd-induced blood–brain barrier (BBB) alterations. The goal of this study was to test the Zn antioxidant capacity against Cd-dependent alterations in a rat brain endothelial cell line (RBE4), as an in vitro model for BBB. In order to mimic acute Cd poisoning, RBE4 cells were treated with CdCl2 30 µM for 24 h. The protective role of ZnCl2 (50 µM) was revealed by evaluating the cell viability, reactive oxygen species (ROS) quantification, cytochrome C distribution, and the superoxide dismutase (SOD) protein activity. Additionally, the effectiveness of Zn in counteracting the Cd-induced damage was investigated by evaluating the expression levels of proteins already known to be involved in the Cd signalling pathway, such as GRP78 (an endoplasmic reticulum (ER) stress protein), caspase3 pro- and cleaved forms, and BAX. Finally, we evaluated if Zn was able to attenuate the alterations of zonula occludens-1 (ZO-1), one of the tight-junction (TJ) proteins involved in the formation of the BBB. Our data clearly demonstrate that Zn, by protecting from the SOD activity impairment induced by Cd, is able to prevent the triggering of the Cd-dependent signalling pathway that leads to ZO-1 dislocation and downregulation, and BBB damage.
La respirazione è uno degli atti più comuni che svolgiamo quasi sempre senza rendercene conto, come lo sbattere le palpebre o il deglutire. Tutti gesti automatici che svolgiamo fuori dal controllo cosciente ma che allo stesso tempo si possono realizzare anche in forma volontaria, gestendone alcuni aspetti come la frequenza, la forza, l’ampiezza.
Questa importante funzione è affidata ad un sistema meccanico che permette di amplificare il volume del torace; in tal modo nel suo interno si crea una depressione che richiama aria dall’esterno verso l’interno.
Il polmone di per sé non è in grado di contrarsi, ma essendo collegato attraverso le pleure al torace viene trascinato da esso nel suo movimento di espansione e riempito d’aria per depressione.
Nel filmato, spero utile per Studenti, Studiosi e Appassionati, si descrive l’Anatomia e la biomeccanica della gabbia toracica e di tutti i muscoli inspiratori ed espiratori. Buona visione
In visita alla Galleria degli Uffizi ho casualmente scoperto un probabile caso di cancro al seno nella tela La Carità, dipinta da Francesco Salviati (1510-1563) tra il 1544 e il 1548.
Sul quadrante inferiore esterno della mammella destra, vicino all’ areola, ho notato una infossatura della pelle, con una concomitante retrazione del capezzolo. In clinica questo segno viene detto “dimpling cutaneo” ed è da attribuire quasi sempre alla presenza di una lesione neoplastica. Una retrazione cutanea si associa infatti a circa il 30% dei tumori palpabili, ovvero a quelli in cui si apprezza nella mammella una formazione nodulare fissa, poco mobile e di consistenza duro-lignea.
Naturalmente la presenza del dimpling è più frequente nei tumori più superficiali; questo configura, nella classificazione clinica del carcinoma mammario, il cosiddetto stadio II: “Il nodulo palpabile può essere associato a retrazione della cute sovrastante (“dimpling”), retrazione del capezzolo, secrezione ematica dal capezzolo. I linfonodi ascellari, se palpabili, sono mobili ed isolati.”
Il senologo oggi, dopo la visita, richiederebbe certamente per la nostra Paziente una mammografia bilaterale, una ecografia mammaria e ascellare bilaterale e infine una agobiopsia sotto guida ecografica. Tutto questo per avere una precisa diagnosi morfologica e istologica che consenta la stadiazione preoperatoria, guidi la terapia chirurgica e delinei il trattamento post operatorio.
Sono rimasto particolarmente colpito dalla fedele e precisa raffigurazione del seno della modella. Il Salviati non era forse consapevole della malattia che stava “fotografando” ma oggi certamente il suo dipinto “vivo e vero” ci consente, ancora una volta, di ricordare quanto la prevenzione dei tumori al seno sia importante per una diagnosi precoce a cui possano seguire cure efficaci e salvifiche.
Il cancro al seno ha comunque sempre avuto un forte impatto sull’immaginario collettivo, per il suo doppio ruolo della mammella legato alla maternità e alla femminilità. L’intimo legame tra le arti figurative e le scienze biomediche, che nasce durante il Rinascimento, dona ancora oggi a noi tutti spunti di riflessione e meraviglia.
In Anatomia parliamo di “variante” ogni volta che una struttura ha una morfologia che si discosta da quella osservata nella maggior parte degli individui e rappresenta una deviazione dagli standard accettati nei libri di testo e insegnati nelle aule universitarie.
Le varianti, tuttavia, non inficiano la funzionalità dell’organo che “modificano” e per questo rientrano in un quadro di normalità, al contrario delle anomalie congenite che già nella definizione evidenziano il loro aspetto patologico.
Conformazioni anatomiche particolari, tuttavia, possono interferire con procedure diagnostiche e aumentare i rischi di specifici atti chirurgici. Per questo la conoscenza e lo studio delle variazioni anatomiche dalla norma è un presupposto indispensabile per la pratica medica.
L’attività settoria, che con l’imaging e la chirurgia consente di individuare e documentare eventuali varianti rispetto alla normale Anatomia umana, costituisce, anche per questo, un supporto fondamentale per la Medicina.
Negli ultimi anni mi sono occupato, con valenti Colleghi, di “anatomical variants” dell’arco aortico, delle arterie renalie di recente, delle arterie tiroidee, tramite un lavoro di review pubblicato su Medicina che vi invito, se ne avete voglia, a leggere.