Il Pene: un viaggio sorprendente tra corpo e immaginario

Il pene è uno degli organi più studiati e al tempo stesso più fraintesi del corpo. Apparentemente semplice nella forma, racchiude in realtà una complessità strutturale e funzionale che ha consentito alla specie umana di perpetuarsi e, al contempo, di costruire un immaginario simbolico senza pari. La sua funzione primaria – permettere la riproduzione attraverso il coito – è inscindibile dalla possibilità di trasmettere la vita, rendendolo protagonista assoluto di un processo biologico universale.
Ma il pene non è solo strumento della procreazione: è anche organo dell’escrezione urinaria, sede di meccanismi neurovascolari finemente orchestrati e bersaglio di patologie che spaziano dalle malformazioni congenite alle disfunzioni acquisite, fino alle neoplasie.
A queste dimensioni fisiologiche e cliniche si affianca un’altra, non meno potente: il valore culturale. Nessun altro elemento anatomico ha ispirato, turbato e affascinato così a lungo la mente umana. Dal culto fallico delle civiltà antiche alle rappresentazioni idealizzate dell’arte classica, fino alle tensioni iconografiche della modernità, il pene ha attraversato millenni come simbolo di virilità, forza e fertilità.

Un organo, dunque, complesso crocevia di biologia, simbolismo e cultura: questo è il punto di partenza dell’ e-book Il Pene. Anatomia, mito, scienza, arte e cultura (Youcanprint, 2025), firmato da Immacolata Belviso, Raffaele Pastore, Ferdinando Paternostro, Maria Paternostro e Andrea Romano.

Il libro affronta il pene nella sua interezza: struttura anatomica e fisiologia, patologie e chirurgia, ma anche storia delle idee, rappresentazioni artistiche e linguaggi popolari. Un approccio multidisciplinare che unisce la precisione della scienza alla libertà dell’immaginario collettivo.

Dalla spermatogenesi alla dinamica dell’erezione, dalla disfunzione erettile ai tumori, passando per la circoncisione, i trapianti e le questioni di bioetica, il testo guida il lettore attraverso un percorso che non si limita alla medicina. Ampio spazio è infatti dedicato al simbolismo antico, all’arte rinascimentale, alla cultura popolare e persino ai cento modi di dire “pene” nella tradizione italiana.

Gli autori hanno scelto una didattica particolare: quasi totale assenza di immagini, per stimolare lo studio parallelo con atlanti anatomici e sviluppare così un atteggiamento critico e attivo. Una sfida contro l’ipervisualizzazione contemporanea, che restituisce valore al testo scritto e invita a un dialogo più profondo con la conoscenza.

Il Pene si rivolge non solo a studenti e professionisti della salute, ma anche a chiunque voglia comprendere come un organo biologico sia diventato, nei secoli, potente icona sociale, artistica e culturale.

Un’opera capace di intrecciare medicina e umanesimo, scienza e mito, clinica e filosofia, restituendo al lettore una visione completa di uno dei temi più affascinanti e controversi dell’esperienza umana.

Gli Autori

Immacolata Belviso
Professoressa Associata di Anatomia Umana, Università Telematica Pegaso
Raffaele Pastore
Ricercatore, Università del Molise, Campobasso
Ferdinando Paternostro
Professore Associato di Anatomia Umana, Università degli Studi di Firenze
Maria Paternostro
Giornalista, Direttore Informacittà Firenze
Andrea Romano
Specializzando in Urologia, Università degli Studi di Firenze

IL PENE. ANATOMIA, MITO, SCIENZA, ARTE E CULTURA
ISBN | 9791224030140 Prima edizione digitale: 2025
https://store.youcanprint.it/il-pene-anatomia-mito-scienza-arte-e-cultura/b/ba9fb6b2-b5b3-5297-a126-4d0f561ed334

La voce tenace della memoria: Luigi Paternostro e la forza di un’eredità viva

C’è chi, nella terza o quarta età, si ritira in silenzio e chi, invece, con la stessa determinazione di sempre, continua a seminare cultura, affetti e memoria come se il tempo non potesse fermarlo. Luigi Paternostro, con lucidità e passione che sfidano ogni convenzione anagrafica, ha trascorso l’intero l’ultimo anno a lavorare a due opere che oggi vedono finalmente la luce:
Gli Alti Bruzi e il loro linguaggio. Dizionario etimologico del dialetto di Mormanno e
Ricordi di vita, volume quinto.

Il primo libro è il frutto di una dedizione straordinaria, che ha attraversato l’intera esistenza dell’Autore: quella per il dialetto di Mormanno, il suo paese d’origine, e per il mondo che vi si riflette. Non si tratta di una semplice raccolta di parole, ma di un vero e proprio monumento alla cultura popolare. Il dialetto studiato e custodito da Paternostro è quello in uso in una particolare area geografica a cavallo tra Calabria e Basilicata fino alla fine del Novecento, oggi ormai in disuso, travolto dalla modernità e dall’erosione generazionale. Ma grazie alla sua opera, quel patrimonio sonoro e umano non andrà perduto: resterà lì, inciso in ogni lemma, come una pietra miliare nel variegato paesaggio glottologico del Sud.

Il secondo volume, quinto di una serie iniziata nel 2019, continua il racconto della vita vissuta e osservata con uno sguardo insieme affettuoso e rigoroso. Ricordi di vita è il titolo, ma anche la missione. Perché non si tratta solo di memorie personali: è la memoria collettiva di un Paese, di una comunità aggrappata alla propria identità con ostinazione e orgoglio, nonostante lo spopolamento, le partenze, e il lento, inesorabile passare del tempo. Il tono è sempre lo stesso: sobrio, essenziale, ma profondamente vero. Ogni pagina conserva il calore di una voce narrante che non si è mai spenta, e che anzi si fa più limpida e necessaria proprio ora che tutto sembra destinato a scomparire.

Luigi Paternostro scrive come chi sa che il tempo è un bene prezioso, ma anche come chi non si è mai fermato a fare i conti con l’età. Nei suoi libri, si avverte la tensione di un uomo che ha scelto di essere testimone, e non solo di ciò che ha visto, ma anche di ciò che potrebbe svanire per sempre se non raccontato. I suoi lettori – compaesani, studiosi, semplici appassionati – troveranno in queste ultime due opere non solo un’eredità culturale, ma anche un esempio straordinario di fedeltà, rigore e amore.

In un’epoca in cui la memoria spesso si dissolve nella velocità, Luigi Paternostro ci insegna che la scrittura può ancora essere un atto di resistenza, affetto e verità.


Ricordi di vita (Vol. 5)
EDIZIONI PHASAR, Firenze 2025

Gli Alti Bruzi e il loro linguaggio.
Dizionario etimologico del dialetto di Mormanno corredato da storia e tradizioni 
EDIZIONI PHASAR, Firenze 2025

LUIGI PATERNOSTRO: una vita di studio, ricerca e condivisione
Vita e pubblicazioni (molte liberamente fruibili on line)
PAGINA FACEBOOK

Le tue labbra … (sono il centro del mondo)

Erick Sola, è il nome d’arte di Federico Sola, originario di Mormanno, in provincia di Cosenza.
Artista musicale ispirato, da adolescente inizia a suonare e a cantare; da ragazzo si trasferisce a Bologna per studiare e dedicarsi completamente alla musica.
Cantautore e chitarrista acustico, ha all’attivo diversi album e singoli tra cui Tipo Reggae (2022), Distante (2021), Dammene ancora un po’ (2023), Forse parlo troppo di me e Hangover (entrambi 2024).

C’è Spotify per ascoltarlo…!

Molto introspettivo, racconta di considerare la musica “come un amico” capace di comprenderlo più di molte persone.
Eick preferisce esibirsi in strada, dove il contatto con il pubblico è diretto e autentico: considera le piazze di Bologna il suo vero palco, un luogo dove ogni emozione arriva “cruda” e immediata. La musica per lui è anche una sorta di terapia personale: dopo un periodo difficile, suonare per le persone è stata una forma di guarigione, trasformando l’arte in dialogo e condivisione.
Nei suoi testi si alternano momenti nostalgici, riflessioni sull’identità, l’incertezza del futuro e un’attitudine libera e spontanea. Il suo stile è spesso descritto come “cantautorato indie pop” con influenze rock e atmosfere emotive e sincere.

Qualche mese fa, per la Donna che amo, ho scritto un testo che mi è subito parso adatto a essere trasformato in canzone. Così è stato, grazie alla musica, all’interpretazione e all’arte di Erick !

C’è una linea dolce che
ti disegna il viso,
come un confine che
mi fa sognare, mi invita a sognare.

Le tue labbra morbide,
sono proprio dove il tempo
si ferma a guardare te
Quando sorridi, il mondo tace,

tutto resta attorno a
Quel tuo gesto lieve.
Io mi perdo e mi ritrovo,
come se il cuore trovasse un sentiero


Le tue labbra
sono il centro del mondo,
dove ogni mio pensiero
torna a casa.
Nel loro disegno
il mio rifugio profondo,
Sai, mi basta
un tuo respiro,
e tutto il resto
scompare pian piano.
Le tue labbra sono il centro del mondo,
e io ci vivo, e io ci rimango.


I tuoi occhi sembrano
un cielo sereno
i capelli danzano intorno al tuo viso
mi accenni un sorriso

La tua voce mi sfiora
lievemente l’anima
è un sussurro dolce che accende il destino,
dove mi perdo ma poi mi avvicino.

Le tue labbra
sono il centro del mondo,
dove ogni mio pensiero
torna a casa.
Nel loro disegno
il mio rifugio profondo


Non c'è distanza che possa spostarmi,
non c'è  spazio e tempo che sappia ingannarmi.
È nel tuo sorriso che trovo il mio nome,
E’ nelle tue labbra che trovo il mio cuore.

Le tue labbra…
sono il centro del mondo.
Per come siamo adesso
Dove tutto è canzone, dove trovo me stesso.

Visual Thinking Strategies for medico-anatomical teaching and rheumatological diagnostics: the case of M. L. Greville Cooksey’s Maria Virgo (1915)

Quanto è  utile lo studio diagnostico di personaggi immaginari o rappresentazioni artistiche, applicando il rigore metodologico della medicina clinica?

In altre parole, è didatticamente efficace tentare di formulare una diagnosi  su personaggi letterari o come nel caso trattato nell’articolo, figure dipinte in opere d’arte?

Questo articolo esplora l’applicazione delle Visual Thinking Strategies (VTS) nell’insegnamento medico-anatomico e nella diagnostica reumatologica, dimostrandone l’efficacia.

Tale pratica, infatti, serve ad allenare l’osservazione medica, sviluppare il pensiero critico e la discussione clinica, stimolando lo studente a formulare ipotesi, diagnosi differenziali e ragionamenti, anche in assenza di anamnesi e sintomi dichiarati. Inoltre ha il pregio di integrare medicina, arte e cultura umanistica.

Il metodo viene impiegato nel corso di Medicina dell’Università di Firenze in un caso studio che riguarda il dipinto Maria Virgo (1915) della pittrice preraffaellita May Louise Greville Cooksey.
L’analisi interprofessionale dell’opera, che ritrae una Madonna con mani nodose, ha portato a una discussione clinica sulle possibili diagnosi: artrosi nodulare, artrite reumatoide, xantomatosi, reticoloistiocitosi multicentrica e knuckle pads.
Quest’ultima è risultata l’ipotesi più plausibile.

I noduli fibrotici dorsali delle nocche (knuckle pads) sono lesioni benigne, dure, tondeggianti, non dolorose, situate soprattutto sul dorso delle articolazioni interfalangee prossimali e, meno frequentemente, metacarpofalangee. Sono formate da tessuto fibrotico sottocutaneo e possono essere associate a patologie fibrosanti come la contrattura di Dupuytren, oppure essere idiopatiche. Non alterano la funzionalità articolare e non sono infiammatorie. Istologicamente mostrano ipercheratosi, acantosi e proliferazione fibroblastica.

L’articolo sottolinea come l’integrazione tra arte e medicina, attraverso la VTS, favorisca nello studente lo sviluppo del cosidetto occhio clinico, indispensabile nella pratica medica.


Lippi, D., Cammelli, D., Zucchini, E., Vignozzi, L., Galassi, F. M., Belviso, I., Paternostro, F. & Varotto, E. (2025).
Visual Thinking Strategies for medico-anatomical teaching and rheumatological diagnostics: the case of M. L. Greville Cooksey’s Maria Virgo (1915).
Italian Journal of Anatomy and Embryology 129(1): 3-8. doi: 10.36253/ijae-16176