Sciatic Nerve and Its Anatomical Variations: In-Depth Understanding Acquired During Dissection Classes

Jacopo Junio Valerio Branca1, Giulia Guarnieri1, Annamaria Morelli1 , Carlo Benedini2 , Niccolò Fagni 3, Massimo Gulisano1 , Alessandra Pacini1, Ferdinando Paternostro1

  1. Experimental and Clinical Medicine, University of Firenze, Firenze, ITA
  2. Physical Medicine and Rehabilitation, ICLO Teaching and Research Center, Verona, ITA
  3. Otorinolaringoiatry, Azienda Ospedaliero-Universitaria Senese (UOSA), Siena, ITA

Knowledge of anatomical variability is extremely important in order to better understand the etiology of pain, if present, or to avoid iatrogenic consequences. Sometimes the anatomical “anomalies” have the same anamnesis but different causes. For example, sciatic neuralgia may be caused by a herniated disc or it may have a different origin. The sciatic nerve (SN), also known as the ischial nerve, is the widest in the human body. This huge peripheral nerve originates from the roots of the lumbosacral plexus (L4-S3) and passes through the great sciatic foramen, under the piriformis muscle (PM). However, there is much variability in the pattern of SNs about the muscle, which has been known since the first half of the 20th century. In the present study, we describe six different case reports of anatomical variations of the SN and its interplay with the PM. The observations were made during dissection classes at the ICLO Teaching and Research Centre (Verona, Italy), on both male and female cadavers aged between 58 and 84 years. The SN was reported as a single and divided nerve into the tibial nerve (TN) and the common peroneal nerve (CPN), passing alone above, below, or between the PM. However, the two parts of the SN may also interact with the PM in different ways, adding to the anatomical variability. A thorough knowledge of the anatomical variations in any part of the human body is extremely important. The various techniques used, from imaging to autopsy or surgery, are also useful in the SN pathway. Thus, the anatomical features and the understanding of each variation are useful for a correct approach that can lead to an effective and correct treatment with a favorable outcome.

Acknowledgements
We are extremely grateful to Dr. Alessandro Palazzolo, Dr. Daniele Pignatelli, Dr. Cristiana Veltro, Anna Venzi, and Aurora Baroni for their skills and dedication demonstrated during the dissection classes performed together with the ICLO staff and Prof. Ferdinando Paternostro.

Branca J, Guarnieri G, Morelli A, et al. (May 11, 2024) Sciatic Nerve and Its Anatomical Variations: In-Depth Understanding Acquired During Dissection Classes.
Cureus 16(5): e60083. doi:10.7759/cureus.60083

ATTENZIONE, CONTENUTI DI VIOLENZA ESPLICITA…

“Sembra che tu abbia condiviso o inviato un video (è una foto, in realtà..) che mostra contenuti di violenza esplicita.”

Da anni sto scrivendo post (oltre 800) che spiegano la meravigliosa costruzione del Corpo Umano, con rispetto, stupore e con la voglia di condividere conoscenza…invece secondo gli algoritmi di Instagram, sotto sotto desidero istigare alla violenza e per di più in maniera chiara ed esplicita.

Non ho parole. Sono profondamente amareggiato e deluso.

Non ho bisogno di spiegare ad un “umano” cosa sta facendo un Professore di Anatomia nella foto incriminata (nel contesto di un post in cui l’occasione didattica era più che chiara)…Con le macchine con cui mi sono interfacciato fino ad ora mi è risultato impossibile!

Condividete la pagina, per favore, condividete un post. Forse riusciremo a convincere le intelligenze naturali e artificiali che l’Anatomia (per Tutti) è cosa  seria, importante e apprezzata.

https://www.instagram.com/anatomiapertutti/

ANATOMIA … Fotografica e per Tutti… a VARESE!

Lo scorso 19 gennaio sono stato ospite del Dipartimento di Medicina dell’Università Insubria di Varese.
L’occasione era l’inaugurazione di una mostra permanente realizzata con una serie di splendide fotografie dell’Amico Dott. Carlo Benedini.
Carlo, mosso da comune passione per l’Anatomia, ha avuto la pazienza di seguirmi in numerose dissezioni svolte presso ICLO, Verona (Anatomy Lab), durante le quali ha realizzato un numero infinito di bellissimi scatti. Da questa immensa mole di immagini ha distillato quelle più significative, che sono diventate prima la colonna portante di una pagina Instagram di successo (Anatomia Fotografica), la mostra di Varese e infine un volume di oltre duecentoquaranta tavole commentate che uscirà, con la prefazione del Prof. Alessandro Palazzolo, per i tipi di Piccin.

Voglio di cuore ringraziare la Prof.ssa Marina Protasoni, appassionata Docente e fine Anatomista, che ha voluto fortemente l’esposizione e ha organizzato la giornata di presentazione della stessa.

Grazie al Prof. Giulio Carcano, Direttore DIMIT (Dipartimento di Medicina e Innovazione Tecnologica) e al Prof. Alberto Passi, Presidente della Scuola di Medicina, ai Colleghi presenti, Prof. ssa Marcella Reguzzoni, il Prof. Pier Antonio Zecca. Grazie ai numerosi, attenti e partecipi Studenti del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, ai quali ho raccontato di come l’evoluzione ha modellato il nostro corpo e in particolare Sistema Nervoso Centrale.
Il titolo della relazione era “L’uomo è un animale addomesticato?” La risposta è “sì…” ma se volete sapere da chi venite a scoprirlo ai prossimi appuntamenti con Anatomia per Tutti!

NEURONI, SOCIETA’, INTERNET E MEDICINA

Il cervello umano è l’entità più complessa mai conosciuta. Ha la forma e le dimensioni di un cavolfiore, pesa poco meno di un kilo e mezzo, è costituito da 90-100 miliardi di neuroni, ciascuno dei quali è un raffinato dispositivo di elaborazione che si rapporta e interagisce anche con migliaia di altre cellule neuronali grazie a strutture specializzate, le sinapsi.
Ogni millimetro cubo si materia grigia cerebrale ha circa 4 Km di connessioni neuronali, che sono alla base dell’intricatissimo e affascinante “connettoma”, oggetto dei più moderni studi sull’encefalo che cercano oggi di mappare le oltre 600 trilioni di connessioni interneuronali.
Le molteplicità delle funzioni cerebrali, da quelle sensitive alle motorie, dall’apprendimento alla memoria, fino al pensiero e all’immaginazione dipendono da precise aree specializzate, costantemente collaboranti. Queste regioni specializzate costituiscono centri nevralgici all’interno di un complesso collegamento dinamico di reti diffuse, che coinvolgono turbinosamente, ma con logiche funzionali rigorose, aree differenti dell’encefalo.


Le molteplicità delle funzioni cerebrali, da quelle sensitive alle motorie, dall’apprendimento alla memoria, fino al pensiero e all’immaginazione dipendono da precise aree specializzate, costantemente collaboranti. Queste regioni specializzate costituiscono centri nevralgici all’interno di un complesso collegamento dinamico di reti diffuse, che coinvolgono turbinosamente, ma con logiche funzionali rigorose, aree differenti dell’encefalo.


Specializzazione e collaborazione sono i due termini che estrapolo da quello che ho capito negli anni sul nostro Sistema nervoso: mi piace pensare alla nostra Società come ad un insieme di neuroni-individui, specializzati ma sinergicamente collaboranti per un fine comune, che è quello del progresso e dell’evoluzione.


Non è sempre così, evidentemente e purtroppo, perché talvolta le singolarità prevalgono sulle orchestrazioni e molte “monadi” si convincono di essere detentori dell’onniscienza forse perché, non ritenendosi sufficientemente “appagati” della loro “specializzazione”, faticano a riconoscere quella altrui, ugualmente figlia di studio, di fatica, di esperienza, di approfondimento o riflessione lungamente distillata.


La Medicina, in particolare, è oggi quella parte dello scibile umano in cui tutti pretendono di poter dire la loro, non solo senza il rispetto delle competenze altrui ma anche senza quell’ “etica di società” (che poi diventa “economia di gruppo”) che accetta come naturale la ripartizione di compiti e ruoli, tutti diversamente ed ugualmente importanti.
Su Internet non ci sono ancora strumenti in grado di fare un ragionamento diagnostico (alcuni software lo fanno, ma per fortuna sono ancora gestiti da addetti ai lavori) o uno studio randomizzato, ma il passa parola mediatico riesce ad amplificare casi singoli, esperienze parcellari o fonti poco verificabili . Così, per esempio, chi sostiene, oggettivamente citando le fonti più accreditate, l’efficacia o la non efficacia di una certa terapia o pratica, ha lo stesso spazio e visibilità di chi argomenta, soggettivamente, il contrario.

Ecco perché condivido pienamente Isaac Asimov quando scriveva: “L’anti-intellettualismo è stato un costante tarlo che si è insinuato nella nostra vita politica e culturale, nutrito dall’idea sbagliata che democrazia significhi che la nostra ignoranza valga quanto l’altrui conoscenza.”

L’ANGELO DI BABBO NATALE


Non voleva partire, quella sera, Babbo Natale.

Il sacco con i doni era pieno, la slitta tirata a lucido, le renne strigliate pelo a pelo e ogni renna montava un campanellino nuovo. Gli Elfi avevano fatto proprio un buon lavoro, paziente e certosino, come ogni anno.

Sulla terra cominciava a imbrunire e scendevano le prime ombre della notte, quella più magica dell’anno, eppure Babbo Natale non voleva decidersi a partire. Girava a vuoto per la stanza inventandosi di tutto: riallacciava gli stivali, pettinava la barba ordinatissima, apriva la cintura… per richiuderla sempre sullo stesso buco; accendeva e spegneva le luci dell’albero a ritmo di “Jingle bells”, che oramai risuonava nell’aria da una buona mezz’ora, da quando cioè era prevista l’ora della sua partenza per la Terra. Sentiva che in quella notte mancava qualcosa e che per questo il suo lungo viaggio non sarebbe stato lo stesso di sempre: presentimento, sesto senso… non si era mai sentito così in vita sua e per la prima volta era un po’ malinconico.
Gli bussarono alla porta: era Jorg, l’Elfo più anziano: “Babbo Natale, che succede, non ti senti bene?”…gli dette una pacca sulla spalle e alla fine lo convinse, di malavoglia, a partire.

Ecco la Notte: amava annusare l’aria di dicembre. Scendendo da nord c’era prima l’odore del ghiaccio di mare, poi quello degli arbusti delle tundre, dei boschi di conifere. Poi le case; qui i profumi diventavano di legno di camino e ciambelle appena sfornate … aveva con gli anni imparato ad apprezzare anche i profumi delle città, soprattutto quando tra i miasmi di fabbriche e benzine sentiva la vaniglia delle camerette dei bambini, che lo invocavano a gran voce, giuravano di essere stati buoni tutto l’anno, chiedendogli i regali più semplici e fantasiosi.

Un camino dopo l’altro, un albero dopo l’altro, un bimbo dopo l’altro … “E’ un lavoro duro, ma qualcuno lo deve pur fare”.. si disse Babbo Natale per strapparsi un sorriso e in quell’attimo si rese conto di essere un po’ solo e che da sempre, in quella notte, magica nessuno aveva pensato mai a lui.
Continuava il suo viaggio e ovunque  scorgeva distintamente accanto ad ogni uomo, donna, vecchio o bambino del pianeta un Angelo; ognuno aveva il suo e ogni Angelo accompagnava gli uomini, le donne, i bambini e i vecchi nel loro cammino, proteggendoli certo, ma più spesso facendoli sorridere. Si fermò e capì, in un attimo, perché talvolta gli Uomini sorridono senza motivo, come a rincorrere un pensiero felice: è la carezza del loro Angelo.

Allora Babbo Natale cominciò con agitazione anzi con foga crescente a cercare il suo: rovistava in tutti i presepi delle case, delle chiese, nei grandi negozi che stavano chiudendo, nei libri delle biblioteche, nei racconti e nelle poesie .. cercava una traccia, un indizio. Non sarebbe ripartito, quella notte, dalla terra senza il suo Angelo.

Ad un certo punto sentì, nel coro delle voci che lo invocavano (che cominciavano a sembrargli querule e petulanti) una voce sottile ma ferma… di bimba sicuramente… che diceva “Babbo Natale ti voglio bene”!
Corse in quella direzione e la trovò: alta ed esile, bionda, gli occhi azzurri e verdi con tutti i colori del mare, col sorriso più dolce e vero che avesse mai visto … eppure di sorrisi ne aveva visti tanti …
Babbo Natale, voglio venire con te.”
Babbo Natale parcheggiò le renne in doppia fila,  scese dalla slitta, poggiò a terra il sacco dei regali, si tolse il cappello e la bimba gli fece una carezza; in quell’istante cominciò a sentirsi diverso … prima gli scomparve la lunga barba bianca, poi il pancione, adesso i vestiti addosso gli stavano larghi e lunghi, la pelle delle mani tornava liscia … in un istante e si ritrovò bambino … si avvicinò, le dette un bacino in fronte e disse “vengo io con te”.

Da quel Natale tutti i genitori e i nonni della terra furono costretti, loro, a comprare e comprarsi i regali, qualcuno travestendosi da Babbo Natale, per continuare la tradizione e cercare di rendersi felici.

ENERGIE E CORRENTI…


Pensieri, battiti di cuore e relazioni tra le cellule.

Mentre viviamo siamo energia, costantemente.
Che si allontana nello spazio e sfugge da noi alla velocità che ha l’energia, ovvero a quella della luce.
Quanti anni fa siete nati? 20, 40, 60 anni fa?
C’è un punto dallo spazio a 20, 40, 60 anni luce dalla Terra dove adesso il cuore sta dando il primo sangue ai polmoni e il fiato lancia il primo vagito. Il cervello è dapprima spaventato dal ritrovarsi in un posto sconosciuto e poi consolato dall’odore, dalla voce e dal battito della madre.

Il mio primo giorno di scuola materna lo stanno vedendo dal Alfa Centauri, con la mano di papà che mi accompagnava, dalla Stella di Barnard stanno guardando le mie fatiche dell’imparare a leggere, scrivere e far di conto.
Dal Cigno si stanno crogiolando del mio primo amore e aspettano con ansia il primo bacio.
Su Altair sono arrivati gli anni dell’Università, le giornate sui libri e le sere con gli amici…

Allora ogni tempo viaggia nello spazio e Noi, io e te, che oramai quaggiù ci siamo persi, in qualche punto dell’Universo che non sappiamo neppure immaginare ci siamo appena conosciuti, ci stiamo abbracciando e ci stiamo cercando. Ancora.

CLOSE TO YOU

E’ dall’inizio che questa non mi è sembrata una serata normale: i due sassofonisti sono arrivati in teatro in perfetto orario e Paolo, il batterista, per la prima volta nella sua vita, è in scena con la cravatta annodata.
La sala è finalmente gremita e sul palco non c’è neanche più lo spiffero dell’altro ieri, anzi… fa quasi caldo.

Mentre canto la mente si svuota…meglio, se penso mi scordo le parole… la prossima è “Close to you”: due giri di batteria, poi entra il piano ed basso “Why do birds suddenly appear, ev’ry time you are near?”… il cuore pulsa sincrono al rullante. “That is why all the boys in town follow you all around. Just like me , they long to be close to you”.
Ecco la pausa, l’orchestra tace all’unisono, due battute a vuoto, anche la batteria si ferma e con lei…(cosa mi succede) i miei battiti!
Il tempo i m p r o v v i s a m e n t e s i d i l a t a.
E’ notte e giorno; inverno ed estate; sono bambino e vecchio, bianco e nero, uno e tanti, uomo e donna. Davanti a me il Maestro, immobile; la bacchetta vuole scendere, disegnare il gesto ma resta lì, ferma a mezz’aria…

Non ho paura .. sembra la fine ma tutto è così… profumato, armonioso…. tutto al posto giusto.
MI – FA, la tromba, poi la ritmica e il pianoforte; la bacchetta cala roteando con la solita sapienza “Just like me, they long to be close to you”… respiro a fondo…

SONO VIVO,

e questo, del Destino, è forse il mio regalo di Natale.

Alteration of Immunoregulatory Patterns and Survival Advantage of Key Cell Types in Food Allergic Children

Kamal Ivory, Rossella Angotti, Mario Messina, Denise Bonente, Ferdinando Paternostro,
Massimo Gulisano and Claudio Nicoletti

Ricerca sulle alterazioni del sistema immunitario di bambini affetti da allergie alimentari. Lo studio evidenzia che in soggetti allergici alcuni tipi cellulari importanti per le risposte immunitarie riescono a sopravvivere più a lungo evitando il fenomeno dell’apoptosi o morte cellulare. Questo grazie all’espressione del gene Bcl-2 che blocca l’apoptosi. La resistenza all’apoptosi è alla base di molte malattie; per la prima volta questo difetto viene associato anche alle reazioni allergiche.

https://www.mdpi.com/2073-4409/12/23/2736

All allergic responses to food indicate the failure of immunological tolerance, but it is unclear why cow’s milk and egg (CME) allergies resolve more readily than reactivity to peanuts (PN).
We sought to identify differences between PN and CME allergies through constitutive immune status and responses to cognate and non-cognate food antigens. Children with confirmed allergy to CME (n = 6) and PN (n = 18) and non-allergic (NA) (n = 8) controls were studied. Constitutive secretion of cytokines was tested in plasma and unstimulated mononuclear cell (PBMNC) cultures. Blood dendritic cell (DC) subsets were analyzed alongside changes in phenotypes and soluble molecules in allergen-stimulated MNC cultures with or without cytokine neutralization. We observed that in allergic children, constitutively high plasma levels IL-1, IL-2, IL-4, IL-5 and IL-10 but less IL-12p70 than in non-allergic children was accompanied by the spontaneous secretion of sCD23, IL-1, IL-2, IL-4, IL-5, IL-10, IL-12p70, IFN-and TNF- in MNC cultures. Furthermore, blood DC subset counts differed in food allergy. Antigen-presenting cell phenotypic abnormalities were accompanied by higher B and T cell percentages with more Bcl-2 within CD69+ subsets. Cells were generally refractory to antigenic stimulation in vitro, but IL-4 neutralization led to CD152 downregulation by CD4+ T cells from PN allergic children responding to PN allergens. Canonical discriminant analyses segregated non-allergic and allergic children by their cytokine secretion patterns, revealing differences and areas of overlap between PN and CME allergies. Despite an absence of recent allergen exposure, indication of in vivo activation, in vitro responses independent of challenging antigen and the presence of unusual costimulatory molecules suggest dysregulated immunity in food allergy. Most importantly, higher Bcl-2 content within key effector cells implies survival advantage with the potential to mount abnormal responses that may give rise to the manifestations of allergy. Here, we put forward the hypothesis that the lack of apoptosis of key immune cell types might be central to the development of food allergic reactions.

DOMANDE IMPOSSIBILI

D. …ma dimmi, quale parte del tuo lavoro ti piace di più, quale di meno?

F. Che domanda difficile, quasi come chiedere a novembre cosa farai a Capodanno … a proposito che facciamo a Capodanno?

D. Non cambiare argomento…troppo facile svicolare

F. Mi piace tutto, a dirti il vero… alcune cose sono più semplici, altre più complesse.  Fare lezione, dissecare, se ti prepari bene, alla fine sono semplici e di grande soddisfazione; la ricerca è più complessa perché la devi pensare, curare, negarla e riconoscerla di nuovo, accompagnarla nel suo sviluppo e renderla nota alla comunità scientifica, con coerenza, umiltà e onestà intellettuale

D. E la cosa più difficile di tutti?

F. Fare gli esami …

D. Ma dici? Se sei tu a fare le domande …

F. Vero, ma intanto le domande non devono essere mai uguali… l’Anatomia è così vasta che per fortuna c’è abbondanza di argomenti. Devi essere sempre attento a seguire l’esposizione di concetti, devi indurre al ragionamento e devi essere estremamente chiaro in quello che suggerisci o domandi, perché l’esame non è una gara di fioretto sul filo aguzzo dei tuoi pensieri, ma una nuotata fianco a fianco in un mare che spaventa per la sua immensità ma che dopo accoglie, incanta, meraviglia, rende lievi… e alla fine rende migliori entrambe le persone sedute dai due lati della cattedra.

D. Fammi una domanda difficile …

F. Aspetta, me la devo preparare

D. Non prendermi in giro …

F. No, te ne ho fatte tante oggi a cui non hai saputo rispondere e, siccome sono convinto che sei molto preparata, credo di aver sbagliato io, nel modo di porgerle o forse proprio a farle.

DYNAMIC CORRELATIONS AND DISORDER IN THE MASTICATORY MUSCULATURE NETWORK

Nuove scoperte nel campo dei disturbi dell’Articolazione Temporo Mandibolare con l’uso di un Modello di Rete Anatomica.

Molte persone in tutto il mondo soffrono di disturbi dell’articolazione temporomandibolare (TMJ), ma diagnosi accurate e trattamenti efficaci rimangono sfuggenti e talvolta dipendono da decisioni soggettive. Questo articolo presenta una nuova metodologia non invasiva per valutare lo stato fisiologico del sistema masticatorio e identificare indicatori di rischio per una diagnosi precoce dei disturbi TMJ.
Attraverso lo studio della biomeccanica e delle proprietà viscoelastiche, i risultati rivelano l’importanza del tono muscolare e delle connessioni tra nodi specifici nel modello di rete anatomica composto da 20 nodi e 17 collegamenti.
La ricerca offre un approccio sistemico e quantitativo che arricchisce la comprensione di questi disturbi, andando oltre le osservazioni cliniche e i sintomi dei pazienti.

Campi, G.; Ricci, A.; Costa, N.; Genovesi, F.; Branca, J.J.V.; Paternostro, F.; Della Posta, D. Dynamic Correlations and Disorder in the Masticatory Musculature Network. Life 2023, 13, 2107. https://doi.org/10.3390/life13112107

Abstract

Background: Temporomandibular joint (TMJ) disorders, which affect millions of people worldwide, have multiple etiological factors that make an accurate diagnosis and effective treatments difficult. As a consequence, the gold standard diagnostic criteria for TMJ disorders remain elusive and often depend on subjective decisions.
Aim: In this context, the lack of a non-invasive quantitative methodology capable of assessing the functional physiological state and, consequently, identifying risk indicators for the early diagnosis of TMJ disorders must be tackled and resolved. Methodology: In this work, we have studied the biomechanics and viscoelastic properties of the functional masticatory system by a non-invasive approach involving 52 healthy subjects, analysed by statistical–physics analysis applied to myotonic measurements on specific points of the masticatory system designing a TMJ network composed of 17 nodes and 20 links.
Results: We find that the muscle tone and viscoelasticity of a specific cycle linking frontal, temporal, and mandibular nodes of the network play a prominent role in the physiological functionality of the system. At the same time, the functional state is characterised by a landscape of nearly degenerated levels of elasticity in all links of the network, making this parameter critically distributed and deviating from normal behaviour.
Conclusions: Time evolution and dynamic correlations between biomechanics and viscoelastic parameters measured on the different cycles of the network provide a quantitative framework associated with the functional state of the masticatory system. Our results are expected to contribute to enriching the taxonomy of this system, primarily based on clinical observations, patient symptoms, and expert consensus.

OPEN ACCESS ARTICLE